La leggenda narra che  presso la certosa di San Lorenzo a Padula, per il passaggio del re Carlo V di Spagna, di ritorno trionfante dalla battaglia di Tunisi, i monaci prepararono per colazione una frittata fatta con un numero piuttosto cospicuo di uova.

Carlo V aveva sconfitto l’ammiraglio turco Khayr al Din, detto Barbarossa. Di ritorno dalla spedizione, dopo lo sbarco a Reggio, tra le numerose tappe decise di fermarsi nelle terre di Padula per due giorni presso la Certosa. Era il 1535 e con lui sostò l’intero esercito che si adattò, così come il re, alle abitudini monastiche del luogo: niente carne, rinuncia di ogni forma di lusso, Padula, Carlo V e la leggenda della frittataalloggio in una cella come i padri religiosi. Unico vezzo per il sovrano fu il materasso: fece sostituire la paglia con un materasso e le lenzuola di lana con quelle di lino.

Per colazione l’imperatore e i suoi uomini sostarono nelle cantine, dove il cuoco preparò, insieme ad altre cose, anche una pietanza d’eccezione, se non per la tipologia, sicuramente per le dimensioni: una enorme frittata fatta con mille uova che potesse sfamare tutto l’esercito di re Carlo. Il Re grato dell’ospitalità ricevuta e colpito dalla maestria del cuoco, confermò al monastero gli antichi privilegi di cui godeva.

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