Il borgo di Campolattaro rientra nella Comunità Montana del Titerno e dell’Alto Tammaro.

Il nome “Campolattaro” deriva dal toponimo “Campugattari”, che significa “Campo di Walthario”, nome di persona usato presso i Longobardi. L’origine longobarda attesta dunque l’antichità del borgo.

La trasformazione del nome, secondo altri studiosi, è legata ai pascoli e alla produzione di latte.

Campolattaro è un borgo particolare: pur essendo stato colpito da numerose calamità naturali è sempre riuscito a rinascere, mantenendo l’antico splendore.

La chiesa del Santo Patrono, San Sebastiano conserva un pregiato dipinto su marmo del XIX secolo raffigurante la Madonna della Misericordia, opera del pittore sannita Domenico Capobianco.

La piazza principale è dedicata ad Urbano de Agostini, politico della seconda metà dell’Ottocento che fu sindaco del paese e si sforzò di dare un’impronta moderna al piccolo centro rurale. Istituì infatti, anche una cassa di credito agrario.

Il Castello, detto Palazzo De Agostini, fu costruito probabilmente tra il X e l’XI secolo. Nel 1861 il palazzo fu saccheggiato proprio dalla popolazione del paese che insorse contro i signori dell’epoca. L’interno si articola in circa sei appartamenti, per un totale di circa quaranta stanze. Entrati nel castello, dopo aver attraversato un arco in pietra, si accede ad una corte interna sulla quale si apre la cinquecentesca cappella intitola a San Martino. Durante la visita è possibile accedere al Trapeto, ossia al frantoio, risalente al XVII sec. con frantoio oleario, macina e torchio in pietra. Accedendo poi alla torre di avvistamento si può godere di una suggestiva visione panoramica sulle colline circostanti.

A Campolattaro la tradizione religiosa è molta sentita.

L’ultima settimana di agosto si rappresenta il martirio dei Santi Placido e Benedetto. La drammatizzazione risale ad un manoscritto anonimo del XVIII secolo. Il 15 settembre si svolge poi una processione molto sentita, quella della Madonna del Casale. La statua fu donata dal Cardinale Orsini, arcivescovo di Benevento durante una visita pastorale.

La pasta tipica della zona sono i cavatelli, che prendono il nome dalla forma assunta durante la lavorazione. I cavatelli vengono dunque serviti con sugo di ragù e salsiccia. Questo prodotto tipico della zona, può essere gustato durante la sagra dei Cicategli e Sausicchia che si svolge il penultimo sabato di agosto.

About the Author

Related Posts

Dino Park, il Parco dei Dinosauri, si trova a San Lorenzello, nel Sannio beneventano e precisamente...

C’è un alone di magia che circonda ogni Faro e quello che domina il Golfo di Pozzuoli da Capo Miseno...

A pochi passi dalla splendida Paestum, inserita all’interno del Parco Nazionale del Cilento e...

Leave a Reply