Montemiletto ritorna al Medioevo con la due giorni di “Fabula Ignis, i falò alla corte dei Tocco”.
Attraverso un vero e proprio salto temporale in tempi passati, “Fabula Ignis” si propone di rievocare l’antica usanza del “focaraccio” , in onore alla Madonna, la notte tra il 7 e l’8 dicembre. L’evento si prefigge, inoltre, l’obiettivo di riportare alla luce le antiche tradizioni della famiglia Tocco regnante nel millenario borgo di Montemiletto, dal 1250 al 1805. “Fabula Ignis” rappresenta, dunque, un’immersione nel passato, mirando a far immedesimare l’intera comunità nell’età di mezzo grazie allo sfondo dello splendido e caratteristico “Castello della Leonessa” , dal sottofondo musicale e dal sapore della cucina tipica medievale , con la patata sotto la brace e le cardarroste.
La rivisitazione si articola sui tre livelli del Castello della Leonessa: al piano terra, nel cortile, viene acceso e ravvivato continuamente l’enorme focaraccio centro e simbolo della manifestazione, al primo piano balli di dame e cavalieri (prima) e di prodi guerriere (dopo), mentre in cima, laddove si gode la splendida vista del territorio circostante dalle piccole finestre del castello, la “Brigata della terra di mezzo” rievocava l’antico folk meridionale nei canti popolari che declinano la morte per coniugare la vita nel modo più feroce e verace.
A ben pensarci, ciò che è messo in scena a Montemiletto, in tutta la bellezza, lo splendore e l’entusiasmo delle prime volte, è una vera e propria ascensione temporale.
Più si sale al castello, più ci si avvicina all’oggi, lasciando la terra per entrare nel mito, assai più vicino al vero di tanta attualità. E si perdonano le piccole pecche davanti a tale passione e alla presenza di spunti innovativi. Ritrovare la tarantella montemaranese con i balli medievali è una piacevole sorpresa. Ed infatti quei balli eleganti e cadenzati, mescolati alla concitata frenesia dei passi di tarantella sono un vortice temporale tra paganesimo e cristianità da cui è difficile staccarsi nel valore metaforico più ancora che nel pregio dell’esecuzione.
L’obiettivo è avvicinare i giovani alla storia e alle bellezze di Montemiletto. Il secondo è, di riflesso, quello turistico. Si vuole che la “Fabula Ignis” possa diventare una vera e propria tradizione.
Volgendo le spalle al castello, al ritorno, un’immagine più di tutte resta dentro come dubbio amletico. Dalle piccole finestre dell’ultimo piano della fortezza, guardando quell’angolo di paradiso immaginandosi come un signore che stava donando quella terra a suo figlio. Quella terra come il dono più prezioso, creata da Dio ma abitata dagli uomini, a cui una voce, come ipnotica onda, dà corpo e colore antico e moderno insieme… Insomma, viene da chiedersi: possibile che questo profondo senso della terra e della storia sappia risvegliarsi attraverso queste serate?
Beh, provate a cercate questa risposta nei sapori e nella musica del Castello della Leonessa.
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