Sono davvero numerosi i borghi di assoluta bellezza che caratterizzano la Costiera Amalfitana e la provincia di Salerno.

Tra questi spicca naturalmente anche Cetara, più famosa forse per la celebre colatura d’alici che per le sue bellezze artistiche e culturali.

In realtà Cetara, oltre ad essere patria del rinomato e gustoso prodotto tipico, è ricca di monumenti di grande interesse e di un vivace folclore che si esprime in ben due feste locali molto importanti: la Festa Patronale di S.Pietro (che si tiene 29 giugno) e la Sagra del tonno dove è possibile degustare i prodotti tipici locali a base di pesce.

Tra i numerosi monumenti di Cetara ce ne sono alcuni che spiccano per la loro bellezza e per l’importanza storica che hanno ricoperto nel corso dei secoli: ne è un esempio la famosa Torre di Cetara.

La Torre di Cetara risale al XVI secolo e ha una struttura molto articolata, frutto di una integrazione tra una torre cilindrica angioina ed una a doppia altezza vicereale. Sembra che i motivi che spinsero alla costruzione di questa Torre, vera e propria sentinella di Cetara, furoni duplici: da una parte la paura per le incursioni corsare, dall’altra lo scoppio della guerra del Vespro, avvenuta tra il 1282 e il 1302 in Sicilia, da dove partivano vascelli carichi di armati che minacciavano i centri della Costiera Amalfitana, mettendo in pericolo gli scambi commerciali.

Nel tempo la Torre ebbe però diverse funzioni: fu utilizzata anche come prigione a seguito della Congiura dei Baroni del 1460. La congiura vide coinvolti Antonello De Petruciis da Aversa ed Antonello S. Severino, principe di Salerno, che complottarono contro il re Ferdinando I D’Aragona: proprio nella Torre di Cetara fu rinchiuso Don Federico, il figlio del re. il quale si era rifiutato di accordarsi con i congiurati.

La sua costruzione, come accennato, è piuttosto complessa: la Torre ha una pianta quadrata, a doppia altezza, con quattro troniere sul fronte mare e su quello posteriore.

  Il suggestivo panorama della Torre di Cetara.

Ai suoi lati si trovano tre troniere in corrispondenza della piazza bassa e due sulla piazza alta, mentre un torrino laterale, il batti ponte, consentiva l’accesso probabilmente con un ponte levatoio, alla torre vicereale.

Ovviamente la Torre ha subito diversi cambiamenti strutturali nel corso dei secoli, cambiando anche destinzione d’uso. Quando venne inserita nell’elenco delle torri non considerate più come fortificazioni con decreto del re Vittorio Emanuele II infatti, il Comune di Cetara decise di venderla.

Attualmente la struttura, dopo ulteriori cambiamenti avvenuti ad opera dei nuovi proprietari, è costituita dal complesso della originaria torre angioina e della successiva torre vicereale con i rifacimenti ottocenteschi e si articola su sei livelli con una parte basamentale di forma ellittica e altri 6 livelli successivi molto articolati.

Il locale posto al secondo livello è sicuramente uno dei più suggestivi ed anche uno di quelli che meglio conserva le vesti originarie: si apre infatti a sud sul terrazzo di copertura della torre angioina; ad ovest su un balcone che lo collega al corpo staccato della torre con ponte levatoio e a nord sulla parte cieca di roccia dove vi è una scala di accesso ai piani superiori.

Nel 2002 sono comunque iniziati i lavori di restauro e consolidamento della Torre di Cetara che, dal marzo 2011, è tornata ad essere un punto di riferimento storico e sociale per tutta la città.

 

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