Sulle origini di Pertosa non si hanno notizie certe.
Il suo nome deriva dal termine di dialetto arcaico Petrusu (Apetura), che fa riferimento all’apertura delle Grotte dell’Angelo.
Da un punto di vista storico, le radici del paese ‘Petrusu’ si ritroverebbero nell’antico insediamento di “Consinum”, un centro abitato testimoniato dai ritrovamenti di ruderi di case e templi, nell’area compresa tra le rive del fiume Tanagro e l’antica statale delle Calabrie.
Intorno al XI secolo, nel comprensorio di Pertosa, i Benedettini costruirono il monastero e la Chiesa di Santa Maria, favorendo un lungo periodo di sviluppo e di benessere, interrottosi, nella prima metà del XIV secolo, a causa di un violento terremoto che rase al suolo l’intero paese, provocando la morte di quasi tutti gli abitanti: I terreni e le proprietà dell’Abbazia vennero concessi in enfiteusi ad alcuni residenti dei centri vicini.
Due secoli dopo, i contadini dei paesi limitrofi ricominciarono a stabilirsi nelle terre di Pertosa, avviandone la rinascita. In particolare, i Benedettini, che ritornarono a Pertosa verso la metà del XVI secolo, ricostruirono il monastero ed intrapresero una lunga diatriba per il riconoscimento dell’antico feudo.
Nel 1830, con le operazioni di confinamento delle terre, Pertosa ottenne l’autonomia amministrativa da Caggiano.
Le grotte di Pertosa sono il fenomeno carsico campano più importante. Nell’androne che fa da accesso alle Grotte è collocato un altare dedicato a San Michele e un barcone permette di entrare nella cavità in maniera suggestiva, attraversando un corso d’acqua che ha origine dalle acque sotterranee, che prende il nome di Fiume Negro.
Il comune di Pertosa si trova ad un altitudine di 310 metri sul livello del mare e conta circa 820 abitanti. I prodotti tipici sono legati all’agricoltura e all’artigianato.
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