Il Biscotto di Sant’Angelo d’Alife (detto anche biscotto di San Michele) è definito “fossile gastronomico” perché esprime elevati significati simbolici e culturali; per questa ragione è stato inserito tra i 44 prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Campania con il Decreto del 5 giugno 2014.

Si tratta di un pane devozionale che lega la tradizione pagana e quella cristiana. Questi biscotti o taralli di forma gigante e circolare, realizzati con farina, acqua, lievito naturale, il cosiddetto “criscito”, finocchietto selvatico e sale, dopo essere lievitati, vengono bolliti e cotti in forno a legna. In passato, era abitudine dei contadini e dei pastori infilarli al braccio per mangiare mentre lavoravano.

Il Biscotto di San Michele, con la sua storia millenaria, è un interessante esempio di sopravvivenza di un antichissimo culto offertuale-propiziatorio in favore della divinità protettrice locale. Sulle propaggini del Matese, nei pressi di Sant’Angelo d’Alife, vi è una piccola grotta dedicata all’Arcangelo Michele, dove da tempo immemorabile, il 29 settembre di ogni anno, si celebrano i riti in onore di San Michele Arcangelo e si offrono ai convenuti i tradizionali Biscotti.

Gli ingredienti con cui è realizzato sono poveri e semplici, farina di grano tenero, acqua, semi di finocchio selvatico e “criscito”. Un biscotto diverso, in quanto, non è friabile e quando lo spezziamo non cede con tanta facilità. Biscotto, perché cotto due volte: prima di essere cotto nel forno a legna, viene immerso e scottato per qualche minuto in acqua bollente, allo scopo di conferire in superficie un aspetto più levigato.

Questo caratteristico procedimento avvicina molto questo prodotto al più noto Brezel della cultura germanica, ottenuto mediante un processo del tutto simile, e ampiamente consumato durante la Oktoberfest, che cade nello stesso periodo dell’anno.  A rafforzare questa ipotesi basta notare che, il nome Brezel deriva dal latino braccellum, piccole braccia, ricordate dalla tipica forma ripiegata a croce che ne denota la sua origine-funzione rituale. Inoltre, esattamente come accade per il Biscotto di Sant’Angelo d’Alife, che viene infilato sulle braccia, anche il Brezel viene indossato dai partecipanti al rito, tenuto appeso al collo.

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