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La fondazione di Benevento, che il mito farebbe risalire a Diomede, è da ricondurre ai Sanniti, popolo che la denominò Maloenton, termine tradotto poi in latino con Maleventum o Maluentum. Sorto nei pressi dei fiumi Sabato e Calore, il florido centro della civiltà sannita, dedito alla lavorazione di prodotti in lana e in argilla, grazie all’audacia della sua gente, riuscì a sconfiggere l’esercito romano nella battaglia delle Forche Caudine (321 a.C.). La rappresaglia di Roma non tardò però ad arrivare e al termine della terza guerra sannitica (298-290 a.C.) il popolo venne assoggettato al dominio romano. In tale occasione il nome della città viene modificato dai romani, i quali, per celebrare la vittoria avuta su Pirro nel 275 a.C. nei pressi delle sue mura, la ribattezzano Benevento. Importante centro strategico lungo la via Appia, Benevento subisce una profonda influenza dalla cultura romana, testimoniata da monumenti significativi, quali, ad esempio, l’Arco di Traiano, il Teatro Romano e il Ponte Valentino.
La caduta dell’Impero Romano segnò un lungo periodo di decadenza per Benevento, che assurse a nuova gloria sotto la dominazione longobarda. In seguito alla caduta del Regno di Pavia (774), fu elevata a Principato da Arechi II, il quale, amante delle arti e della cultura, fece realizzare numerose opere architettoniche e trasformò la città in uno splendido centro di cultura, illuminato dall’ingegno di Paolo Diacono. La morte di Landolfo VI (1077), ultimo principe Longobardo, segnò il passaggio di Benevento al dominio pontificio, che si protrarrà per molti secoli e durerà fino al 1860. In questo lungo periodo Benevento fu teatro di alterne vicende, divenendo possedimento di Federico II e poi di Manfredi, il quale, nel 1266, combattendo contro Carlo D’Angiò, trovò la morte e temporanea sepoltura “in cò del ponte” (Dante, Purgatorio, Canto III).
Il suo stato di enclave pontificia nel Regno di Napoli, governata da rettori papali, continuò anche in epoca più moderna. Nel 1688 fu distrutta da un terremoto e ricostruita dal Cardinale Vincenzo Maria Orsini, il quale, salvatosi dal crollo del palazzo cardinalizio, diventerà il futuro papa Benedetto XIII. Nel 1702 la città fu però sconvolta da un nuovo cataclisma, ma, anche in questa occasione, il cardinale Orsini commissiona gran parte delle opere di ricostruzione, tanto da essere celebrato come Alter Conditor Urbis (“nuovo fondatore della città”). Con l’arrivo in Italia di Napoleone Bonaparte nel 1798, Benevento fu dapprima occupata da Ferdinando IV di Borbone e successivamente trasformata in nuovo principato, retto dal Talleyrand (1806).
Tornata alla Chiesa con la Restaurazione, nel 1860 i garibaldini di Salvatore Rampone la sottrassero al dominio pontificio, e fu così annessa al nascente Regno d’Italia. Importanti furono i movimenti insurrezionali che si ebbero, all’indomani dell’instaurazione del governo nazionale, in quasi tutti i paesi della nuova provincia contro le truppe governative. Detti movimenti furono repressi con una dura azione militare che culminò nella feroce strage delle popolazioni di Pontelandolfo e Casalduni, ad opera di bersaglieri comandati dal generale Negri. Negli anni successivi, Benevento si è sviluppata notevolmente nel suo complesso urbano, progredendo nell’agricoltura, specie nella coltivazione dei tabacchi e dei cereali, nell’industria e nelle istituzioni assistenziali e culturali. La guerra interruppe l’ascesa di Benevento, che fu bombardata dagli Alleati nel 1943. In tale occasione, la cittadinanza diede prova di coraggio e di abnegazione, tanto da meritare la Medaglia d’Oro al Valor Civile (15 giugno 1967). Dagli anni Cinquanta Benevento si è notevolmente espansa ed è oggi oggetto di grandi interventi di riqualificazione.
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